Tour Soci | Magnifica Comunità di Fiemme

02.09.2024

La Magnifica Comunità di Fiemme è l’Ente che rappresenta e gestisce i beni materiali e immateriali dei Vicini di Fiemme, ovvero gli abitanti della comunità locale, che possiedono collettivamente un patrimonio composto principalmente da terre silvo-pastorali, acque e nude rocce. Patrimonio inalienabile imprescrittibile e soggetto ad usi civici. Questa comunità si qualifica come una formazione sociale ai sensi dell’articolo 2 della Costituzione italiana ed è una delle forme più antiche di governo democratico dei beni comuni, con un primo riconoscimento ufficiale risalente al 1111 d.C. Al giorno d’oggi la Magnifica Comunità di Fiemme si sostiene attraverso le attività economiche come la gestione agricola (3.000 ha) e forestale (13.000 ha di boschi certificati FSC® e PEFC™), nonché l’azienda immobiliare e l’Azienda Segagione Legnami spa, una segheria di trasformazione del legname in tavolame e semilavorati per l’edilizia. Questi boschi, curati e gestiti dall’Ente da molti secoli, producono legname pregiato, ma garantiscono anche molti servizi ecosistemici, come l’assorbimento del carbonio, la protezione delle sorgenti e dei versanti, la biodiversità, il paesaggio, le funzioni turistiche e ricreative. La Magnifica Comunità di Fiemme utilizza le rendite per scopi sociali e culturali nell’interesse dei Vicini. Tra gli elementi principali vi sono la sede storica a “Palazzo” un imponente edificio rinascimentale, sede dell’archivio storico e museo-pinacoteca. È sede delle riunioni pubbliche del Consiglio dei Regolani composto dagli undici Regolani eletti dai Vicini delle undici Regole. Essi eleggono poi lo Scario (Presidente) ed il Vice Scario, nonché un Comitato esecutivo;

Durante il Tour Soci di Habitech abbiamo avuto l’opportunità di incontrare Mauro Gilmozzi, Scario che ci ha raccontato dall’interno l’anima della Magnifica.

Il primo riconoscimento ufficiale è datato 1111 d.C. e da allora, crescendo sempre più di importanza, la Magnifica Comunità di Fiemme gestisce un rilevante patrimonio boschivo ed immobiliare soggetto agli usi civici, proprietà della Comunità dei Vicini (residenti nel territorio). Qual è la rilevanza storica della Comunità e quali sono le tappe principali che hanno contribuito alla sua costruzione?

La rilevanza storica di questo riconoscimento giuridico del 1111 d.C. è duplice. Innanzitutto, attesta che questa organizzazione esisteva già precedentemente, indicando che la storia di questa comunità è ancora più antica. In secondo luogo, questo riconoscimento avvenne secondo il diritto germanico, che si fondava sul principio di sussidiarietà. A differenza del diritto latino, che tendeva ad accentrare il potere, il diritto germanico favoriva il decentramento responsabile, che insieme ai principi di cooperazione e di reti sussidiarie è elemento fondante della cultura alpina e dell’autonomia, intesa come responsabilità di autogestione. Il tema è del tutto attuale nel confronto tra aree metropolitane e aree alpine. Nella Magnifica Comunità, quindi, non solo riconosciamo una comunità che si autogestiva già prima del 1111 d.C., ma vediamo anche le radici dell’autonomia del Trentino.

“Tradizione, valore, filiera”, tre parole chiave per descrivere l’anima della Magnifica Comunità di Fiemme. Potrebbe commentare brevemente il significato che assumono e come queste vengono vissute e portate avanti ogni giorno?

Il primo valore della Magnifica Comunità risiede proprio nel concetto di comunità stessa che corrisponde alla volontà di vivere assieme su un territorio che è il nostro spazio di vita finché ci saranno opportunità di lavoro e una buona qualità della vita. Elementi che anche la magnifica Comunità aiuta a garantire al giorno d’oggi soprattutto in chiave di valorizzazione e conservazione ambientale e culturale. Quindi da un lato, abbiamo il compito di conservare e promuovere i valori immateriali della Comunità dei Vicini e dall’altro di gestire al meglio i beni materiali che forniscono il sostegno funzionale della Comunità stessa. Il nostro obiettivo è quello di far combaciare e armonizzare questi due aspetti. Gestiamo un vasto patrimonio materiale che comprende 20.000 ettari di territorio, di cui 13.000 ettari di boschi e 3.000 ettari di pascoli, con una trentina di malghe di alta montagna e 200 baite. Una risorsa fondamentale per noi è il legno e la gestione dei boschi, dove 10.000 ettari sono gestiti direttamente, mentre il resto è bosco di protezione. La gestione autonoma del bosco è una tradizione che la Magnifica Comunità porta avanti da sempre, occupandosi di tutte le fasi: dalla pianificazione al taglio, fino alle lavorazioni nelle segherie. La nostra attività si basa su una filiera integrata e comprende anche altre aree di gestione. Abbiamo una seconda azienda che si occupa della gestione immobiliare e una terza dedicata alla cultura. La gestione del bosco richiede una pianificazione attenta, supportata da uno staff qualificato che si occupa di organizzare e implementare tutti gli interventi necessari.

Una delle eccellenze della Magnifica Comunità di Fiemme è il legno, che lavorate con passione in totale rispetto del territorio. In un momento storico in cui la sostenibilità è diventata fondamentale per la protezione dell’ambiente, quali sono le principali sfide che affrontate nella gestione della filiera del legno? Come riuscite a integrare i principi di sostenibilità in ogni fase della filiera del legno?

Dal punto di vista della sostenibilità, possiamo contare su due certificazioni fondamentali per la gestione e lavorazione sostenibile della nostra filiera: la FSC e la PeFC. Oltre a queste, stiamo attualmente intraprendendo un percorso di certificazione di processo, supportato da Habitech, che ci consentirà di certificare l’intera filiera del prodotto. Questo percorso parte dalla certificazione del prodotto in segheria e si estende a tutte le fasi della gestione del bosco. Il nostro obiettivo è integrare alla gestione sostenibile delle nostre attività una maggiore attenzione verso le nuove certificazioni, in particolare quelle legate ai criteri ESG, che oggi rappresentano un requisito imprescindibile per le imprese. Questo significa che stiamo valutando con attenzione il nostro rapporto con gli elementi ambientali, i fattori sociali e la governance aziendale. Non partiamo da zero in questo ambito; infatti, abbiamo una lunga tradizione di impegno per la sostenibilità. La certificazione FSC che abbiamo ottenuto nel 1996 è stata la prima in Italia. Tuttavia, i cambiamenti climatici, che stanno alterando significativamente il panorama dei boschi della Magnifica Comunità, ci spingono a riflettere su come adattare la nostra prospettiva futura per continuare a gestire il territorio in modo sostenibile e responsabile. Stiamo affrontando la sfida del bostrico dell’abete rosso, una specie che resterà comunque l’habitat di riferimento in Fiemme ma che nell’immediato subirà un notevole calo. Al momento, stiamo lavorando intensamente per rimuovere il materiale colpito dal bostrico, ma ci aspettiamo un rallentamento delle attività, dato che gli alberi impiegheranno molti decenni per tornare alle produzioni a cui eravamo abituati. Il nostro obiettivo è cambiare paradigma, spostando il focus dalla sola produzione di legname alla valorizzazione di una serie di servizi ecosistemici offerti dal bosco. Questi servizi includono il bilancio del carbonio, essenziale per combattere i cambiamenti climatici, la protezione delle sorgenti, la tenuta idrogeologica, la biodiversità, e anche gli aspetti paesaggistici e ricreativi. Tuttavia, non è più sostenibile pensare che il bosco possa mantenere da solo tutti questi servizi. Ogni settore dovrà contribuire al mantenimento del territorio, e stiamo esplorando nuove strade, come i crediti di sostenibilità e i crediti di carbonio. Su questi temi stiamo collaborando con altri soggetti, in un ragionamento condiviso, poiché riteniamo che saranno tra gli asset più importanti del futuro. Stiamo inoltre lavorando sulla segheria, con l’obiettivo di stoccare il carbonio in prodotti a lungo termine, e siamo alla ricerca di alleati e percorsi percorribili. Un’altra grande sfida che stiamo affrontando è la necessità di creare assetti di rete con altre imprese per rispondere alle turbolenze di un mercato dinamico, che sta crescendo e assumendo dimensioni significative, a volte al di là della nostra portata. Collaborare con altri e trovare soluzioni di rete è in linea con il principio di autonomia di cui abbiamo discusso in precedenza, ed è cruciale per affrontare le sfide future.

Il Tour Soci di Habitech è lo strumento che abbiamo individuato per creare e diffondere conoscenza. Quale valore attribuite all’appartenere al network di Habitech che, speriamo, sarà in costante sviluppo, quali sono a suo parere gli aspetti positivi e quali invece quelli negativi?

Credo sia estremamente positivo che esista un consorzio di imprese come Habitech, che favorisce l’innovazione e la formazione in diversi settori, offrendo anche la possibilità di creare reti di cooperazione e collaborazione tra le aziende. Ritengo che Habitech stia attualmente mantenendo gli obiettivi per cui è stato costituito, dimostrando la sua capacità di guidare le imprese verso il mondo della sostenibilità e delle certificazioni, elementi fondamentali anche per le piccole realtà imprenditoriali trentine. Questo supporto è cruciale in un contesto in cui la sostenibilità non è più un’opzione, ma una necessità per rimanere competitivi e rilevanti sul mercato.

Rispetto a questo, ha suggerimenti, consigli su ulteriori possibili modalità di collaborazione e di coinvolgimento attivo?

Abbiamo la necessità di incrociare maggiormente la domanda di qualificazione ambientale delle imprese trentine con l’offerta di opportunità nel settore. Ad esempio, stiamo producendo crediti di sostenibilità e crediti di carbonio, e ci sono imprese interessate a investire in questa direzione. Tuttavia, al momento, andrebbe maggiormente ampliato il mercato specifico per questi crediti che abbia come origine e destinazione il Trentino. Per questo motivo, ho suggerito che Habitech possa diventare un punto di incontro tra i gestori delle foreste e quelli delle attività del legno, per facilitare la creazione di un mercato interno per i crediti di carbonio e di sostenibilità. Questo è un progetto su cui stiamo lavorando attivamente anche con la Provincia di Trento, con l’obiettivo di creare un collegamento più forte e strutturato all’interno del territorio.

 

 

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